Smart Tv Box

Google tv box: Prezzi e opinioni

google tv box: cos'è e come funziona

Nell’ultimo periodo si parla sempre più spesso di Google Tv Box, eppure ancor oggi regna molta confusione in merito. Cerchiamo di scoprire insieme di cosa si tratta e come funziona.

 

Google tv box: i modelli più venduti

# Anteprima Prodotto Voto
1 Bqeel Android 10.0 TV Box R2 MAX, 4GB RAM... Bqeel Android 10.0 TV Box R2 MAX, 4GB RAM... Nessuna recensione
2 STRONG LEAP-S1 Ultra HD 4K Android TV Box... STRONG LEAP-S1 Ultra HD 4K Android TV Box... Nessuna recensione

Google tv box: cos’è e come funziona

Mai sentito parlare di Google Tv Box? In realtà è una piattaforma realizzata per la Smart Tv che è stata pubblicata ancora 8 anni fa: nell’ottobre del 2010. E da allora, bisogna dire, ha fatto molto scalpore diventando una degli oggetti più discussi in assoluto. Questa piattaforma è stata ampiamente molta dalla Google stessa che, però, dovette affidarsi alla collaborazione l’Intel per realizzarla.

I primi dispositivi

I primi dispositivi di questo genere, difatti, avevano tutti un’architettura particolare: x86. Le prime aziende a mettere in commercio i box basati su quest’architettura furono la Sony e la Logitech. Le due aziende capirono di dover cogliere la palla al balzo e lo fecero dando vita a dei dispositivi assolutamente… innovativi. L’idea di base rimase la stessa per un bel poì di anni: si cercava di unire il web e la Tv, portando i contenuti del primo sulla seconda.

Ad aiutare l’intera operazione ci ha pensato un sistema operativo Android-based. Anche se è vero che è stato pesantemente editato soprattutto nella parte dell’interfaccia (ma erano delle modifiche praticamente obbligatorie, considerando che si trattò di un mezzo molto diverso sia da un semplice tablet che da uno smartphone), questo genere di sistema operativo si unì alla perfezione alle richieste e ai bisogni di coloro che si apprestavano all’utilizzo di questo dispositivo.

La seconda generazione

Successivamente arrivò la seconda generazione dei prodotti di questo tipo. A differenza della prima erano tutti basati su di un’architettura di tipo ARM. Anche altre aziende provarono a eseguire questo tipo di dispositivi, tra cui la LG, la ASUS e la Samsung. Sfortunatamente, però, nessuno di questi dispositivi ebbe una particolare fortuna e presto i vari accessori e dispositivi stessi finirono nel dimenticatoio.

Google, nel frattempo, ha ulteriormente implementato i vari aggiornamenti di sistema portandoli presto ad Androi 4.2.2. Successivamente la Google Tv è diventata la Android Tv, sebbene degli interventi di chissà quale entità sul relativo box non sono stati fatti. Un semplice cambio di denominazione, sebbene l’essenza della tecnologia sia rimasta pressoché la stessa. L’intera tecnologia è stata successivamente implementata ed evoluta diverse volte fino a diventare ciò che è al giorno d’oggi: una perfetta fusione tra la tecnologia televisiva e quella del web.

Di anno in anno questa tecnologia viene migliorata ed evoluta al fine di garantire ai clienti una comodità di utilizzo maggiore. Si aggiungono i dettagli, numerosi elementi e diversi fattori. Tutto questo contribuisce a creare un dispositivo che, alla fine dei conti, rappresentava un’esclusiva nonché un unicum che fornisce la possibilità di unire il web con la televisione. Ogni tanto, inoltre, trapelano numerose notizie relative al dispositivo: novità, curiosità e così via.

Chromecast

Inoltre successivamente si è verificato l’avvento di Chromecast, che venne lanciato in tutto il mondo ad affiancare il Google Tv Box. A tutto questo si aggiungono anche numerose voci relative a una console targata Android di Google. Grazie proprio a questa console la Android Tv potrebbe diventare molto più di quanto mai aspirasse a fare la Google Tv. Il corretto funzionamento implica anche il bisogno di usare alcune applicazioni.

Molte delle stesse sono alquanto popolari, blasonate e diffusissime ormai in tutto il mondo. Bisogna ricordarsi che i programmi come Infinity e NowTV funzionano unicamente su alcuni dispositivi appositamente certificati da Google. Occorre evitare i famosi “root”, in quanto molti programmi per lo streaming non funzionano sui dispositivi “rootati”.